lunedì 7 settembre 2009

da "La Stampa" del 28 agosto 2009

La grande corsa. In 2300 al via dell'Ultra-Trail, anello di sentieri intorno al massiccio piu' alto d'Europa Si parte alle 18,30 da Chamonix, arrivo domani alle 15 dopo 166 km. e oltre 9000 metri di salite. Sfida tra i ''forzati'' del Bianco Domande a Marco Olmo, un pensionato tra i campioni: «Per vincere ci vuole fortuna»

ENRICO MARTINET COURMAYEUR
Era una, dopo 7 anni la gara si e' quadruplicata. Colpa del successo: troppe richieste di iscrizioni. I campioni del podismo alpino sono diventati una folla da stadio. La gara e' l'«Ultra-Trail du Mont Blanc», 166 chilometri intorno al massiccio montuoso piu' alto d'Europa, tre nazioni, su e giu' tra i colli, 9400 metri di dislivello. Le cifre proseguono: al via ci saranno 2300 trailers. Partenza alle 18,30 di oggi da Chamonix, arrivo previsto dei primi dopo 20-22 ore, sempre a Chamonix. L'altra gara e' la «CCC», cioe' la Courmayeur-Champex-Chamonix, ore 10 di oggi, 1800 iscritti, 98 chilometri, 5600 metri di dislivello. La terza e' la nuova nata, «Sur les Traces des Ducs de Savoie»: partono in 1200 da Chamonix alle 5 di domani per percorrere 105 (6700 metri di dislivello). La quarta si e' gia' svolta, la piu' lunga e a squadre, 245 chilometri, 21 mila metri di dislivello. Spettatori previsti per l'Ultra-Trail, 25 mila. Fra i luoghi migliori per vedere la fatica sui sentieri di alta quota, la Val Ferret, al rifugio Bonatti e all'Arnouva. I percorsi sono tutti intorno al Bianco, in senso orario e viceversa, tra due colli, quello de la Seigne, in Val Veny e quello del Grand Ferret, nell'omonima Valle. La Seigne collega Italia a Francia, l'altro l'Italia alla Svizzera. Tutto su sentieri e tutto con un regolamento ferreo. C'e' perfino una carta etica che fa da preambolo alle regole. Imperativo: non sporcare. I concorrenti avranno due chili nello zaino punzonato con il necessario per darsi energia e coprirsi nella notte. Lungo il percorso si snoda una sorta di ipermercato per potersi fermare e rifocillare: 11.300 bottiglie di acqua minerale, 7500 banane, 4000 arance, 1500 mele, 1200 chilogrammi di formaggio, 8500 litri di minestra e 2000 tavolette di cioccolato. L'uomo da battere, vincitore del 2008, si chiama Kilian Jornet Burgada, campione del mondo di scialpinismo e skyrunning. Il suo tempo: 20 ore, 56 minuti e 59 secondi. Ogni anno l'aumento di chi aiuta l'organizzazione di chi partecipa e di chi segue lungo i sentieri la gara e' esponenziale. Quest'anno gli iscritti alle 4 prove sono 5300, l'anno scorso erano 4500. I volontari, coloro che controllano il buon andamento della corsa e sono pronti a intervenire in caso di necessita', sono aumentati di 200, da 1300 a 1500. Oggi saranno al via tutti i vincitori delle ultime edizioni che si sono contesi il record: dal nepalese Dawa Sherpa al francese Vincent Delabarre, dallo svizzero Christophe Jacquerod all'italiano MARCO OLMO.A 60 anni ci riprova. MARCO OLMO, di Cuneo, vinse la grande gara intorno al Bianco per due anni di fila, 2006 e 2007. E divento' un «caso», dopo essere stato l'oggetto di un dubbio. Quale? «Dicevano che erano edizioni, oppure che mi ero dopato. Che altro? Basta guardare le classifiche, i campioni c'erano. La droga? Il problema della droga ce l'ho perche' non ho i soldi per comperarla. Battute a parte, il dpping a 59 o 59 anni? Ma non scherziamo». E invece qual e' il suo segreto? «Non lo so. Non ho mai fatto il professionista, lavoravo in cava poi andavo a correre. Al mio paese a 27 anni ho fatto la mia prima corsa e sono arrivato tra gli ultimi, poi e' andata meglio. In una gara cosi' lunga e dura per vincere ci vuole anche fortuna». Si sta allenando? «No, vigilia di tutto riposo». Fra i suyoi rivali c'e' il vincitore dello scorso anno, Kilian Jornet Burgada che ha concluso la corsa con un tempo che ha migliorato il suo di oltre un'ora. «E' un professionista, deve vedere che razza di e'quipe ha intorno. Ma io sono qui per finire la gara, perche' mi piace. L'anno scorso mi sono fermato a 18 chilometri dal traguardo. Ma non voglio finire a ogni costo. Nessun rischio e se piove mi fermo». Che senso ha una gara del genere? «Per me e' ripercorrere i sentieri dei nostri avi, quando passavano da una vallata all'altra. Questo tipo di corsa e' ormai di gran moda e promette business. Ne nascono un po' dappertutto».

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